Page 23 - TESI DI RICCARDO ZANNOLFI
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Il rientro fu trionfale. Il sovrano percorse a cavallo la via del Po fino alla piazza del
Castello. Le finestre erano inghirlandate di fiori; sulle facciate dei palazzi
ricomparvero gli stendardi con la croce sabauda. Le campane suonavano a stormo e
nel Duomo fu celebrato un solenne Te Deum.
Il 21 maggio Vittorio Emanuele lanciò un secondo proclama, più esplicito, nel quale
annunciò l’abrogazione di tutte le leggi approvate durante l’occupazione e la
reintroduzione di tutte le istituzioni prerivoluzionarie. Poi, senza perdere tempo,
licenziò i funzionari civili (sostituendoli con i nobili), gli ufficiali dell’esercito, i
professori universitari che avevano ottenuto la cattedra nel periodo napoleonico.
Reintegrò nei ruoli tutto il personale che era in servizio nel 1798.
Nel giorno memorabile del rientro il servizio d’ordine lungo le strade era stato
curato da soldati austriaci, perché il Piemonte era rimasto senza forze armate.
C’era soltanto una Guardia urbana, composta da poche decine di uomini.
Fu questa la ragione che indusse Vittorio Emanuele a istituire il Corpo dei
Carabinieri Reali, che avrebbe assolto il duplice compito di tutelare l’ordine pubblico
e garantire la difesa del Regno.
Lo storico Gianni Oliva ha ricordato:
«Nel regno di Sardegna non esisteva una tradizione di truppe esplicitamente
adibite al mantenimento della sicurezza pubblica, se si escludono il Corpo di
cavalleria dei Dragoni, istituito nel 1726 per il servizio di sorveglianza
interna nell’isola, e il Corpo militare di polizia, fondato da Vittorio Amedeo
III nel 1791 ma costituito da soli quarantaquattro uomini. Nei casi di
emergenza venivano impiegate le forze regolari dell’esercito. La Rivoluzione
francese, mobilitando le masse contadine e urbane e armando il popolo
nell’esercito rivoluzionario, aveva però inaugurato una nuova stagione
storica, dove le minacce all’ordine costituito non sarebbero venute da isolate
jacqueries facilmente domabili, ma da opposizioni organizzate e consistenti, di
fronte alle quali i governi dovevano dotarsi di adeguati strumenti di
controllo, di sorveglianza e di repressione. Per assolvere ai tradizionali
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