Page 26 - TESI DI RICCARDO ZANNOLFI
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«Considerò che l’onore di un uomo d’armi non era da valutare soltanto in termini di trascorsi
militari, ma dalla dedizione con cui era stato assolto il proprio dovere e dalla coerenza osservata nel
rispettare le leggi della disciplina al di sopra di ogni fazione e dall’impegno profuso nel difendere lo
Stato al quale aveva giurato fedeltà. Così, alcuni casati di assoluto affidamento della nobiltà
piemontese emersero nella valutazione di Vittorio Emanuele I, in quanto legati da antica tradizione
alla monarchia sabauda: Thaon di Revel, Des Geneys, Provana di Bussolino, Rivarossa, Beccaria,
Bernardi, Cottalorda, Cacherano di Bricherasio, che avevano espresso ufficiali di altissimo livello,
provati da lunghi anni di servizio alle dipendenze del Re o delle Potenze europee, taluni nei
reggimenti di terra, altri nelle unità di Marina o nelle Guardie d’Onore, altri ancora, anziani ufficiali
piemontesi, fedeli all’ordinamento monarchico, che non avevano più ripreso il servizio dopo la
caduta della monarchia».
L’affidabilità, innanzitutto.
La selezione (anche dei sottufficiali e della truppa) fu, di conseguenza, rigorosissima.
Il re dispose che fossero cercati «militari per buona condotta e saviezza distinti».
Cioè uomini che conoscessero l’autodisciplina, il rispetto dei valori, la responsabilità
personale, il senso dell’onore.
Questi rigidi criteri di scelta produssero un preciso risultato come sostiene Gianni
Oliva:
«I Carabinieri Reali diventano i garanti del cuore stesso dello Stato, insieme
difesa e sostegno dell’ordine restaurato. Poco più di 700 nell’agosto 1814, al
comando del generale Giuseppe Thaon di Revel di Sant’Andrea, i
Carabinieri Reali diventano oltre 2.000 nel 1816, distribuiti sul territorio
attraverso un’articolata struttura di compagnie, luogotenenze e stazioni.
Sono soldati scelti, reclutati su base volontaria fra coloro che sanno leggere e
scrivere, di provata moralità e di ancor più provata affidabilità politica».
Nel 1816, un regolamento ne precisa ulteriormente le incombenze: ispezioni
quotidiane nelle campagne e nei centri abitati, sorveglianza del vagabondaggio,
perquisizioni nelle osterie e nelle locande, scioglimento di adunate sediziose, compiti
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