Page 72 - TESI DI RICCARDO ZANNOLFI
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Raggiunta l’Unità si avvertì in Italia la necessità di raccogliere e uniformare, in
maniera organica e sistematica, tutta la legislazione vigente in ogni settore del diritto
e anche per il diritto penitenziario fu avvertita la stessa esigenza.
Dopo l’estensione del codice penale sardo a tutte le province italiane, il Governo
nell’arco di due anni emanò cinque nuovi regolamenti relativi alle diverse tipologie
di stabilimenti carcerari, ovvero bagni penali (R.D. 19 settembre 1860), carceri
giudiziarie (R.D. 27 gennaio 1861, n. 4681), case di pena (R.D. 13 gennaio 1862, n.
413), case di relegazione (R.D. 28 agosto 1862, n. 813) e case di custodia (R.D. 27
novembre 1862, n. 1018). Nel 1861 con R.D. 9 ottobre 1861, n. 255 fu istituita la
Direzione generale delle carceri dipendente dal Ministero dell'Interno, in
sostituzione dell'Ispettorato generale delle carceri.
Nel 1889 venne emanato il codice penale Zanardelli. Gli istituti realizzati in questo
periodo si ispirarono al modello indicato da Crispi, portando alla formazione di una
nuova tipologia carceraria caratterizzata dal sistema cellulare.
Nel 1890 le dimensioni delle celle e cubicoli venivano fissate dal Consiglio Superiore
di Sanità. Solo qualche tempo dopo, con la riforma del 1932 ed a seguito delle vivaci
campagne avviate sin dal 1921 contro la segregazione cellulare, sarà introdotto il
sistema dei “camerotti”, che consentirà la convivenza da tre a sette detenuti in unità
di dimensioni più ampie.
La riforma penitenziaria del 1889 ebbe il merito di porsi il problema della
disponibilità delle strutture. A tal fine si prevedeva di reperire i proventi necessari
per l'edilizia penitenziaria dalle lavorazioni carcerarie, dalla vendita di alcuni
immobili e da economie realizzate su altri capitoli di bilancio dell'amministrazione
carceraria
Le strutture legislative e la prassi nella gestione delle istituzioni penitenziarie non
subirono sensibili mutamenti nel periodo che intercorre tra le prime riforme
giolittiane e la conclusione della guerra mondiale. Con monotonia si susseguirono
modeste innovazioni legislative, progetti di riforma non andati a compimento,
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