Page 74 - TESI DI RICCARDO ZANNOLFI
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4.1.3 La riforma legislativa del 1975.
Il primo risultato legislativo delle attività parlamentari sull’ordinamento carcerario
arrivò nel 1975 con la Legge 26 luglio 1975, n. 354 “Norme sull’ordinamento
penitenziario e sulla esecuzione delle misure preventive e limitative della libertà” con
cui venne varata la nuova riforma organica degli istituti di diritto penitenziario, della
quale si discuteva dal secondo dopoguerra.
La legge si compone di 91 articoli suddivisi in due titoli: il primo riguardante il
trattamento penitenziario (articoli 1-58); il secondo riguardante l’organizzazione
penitenziaria (articoli 59-91).
Punti qualificanti di questa legge sono:
il principio della qualificazione del trattamento;
la disciplina del lavoro in carcere;
la creazione di nuove forme di operatori specializzati;
le misure alternative alla detenzione.
Tra il 1975 ad oggi la riforma penitenziaria subì varie modifiche riguardanti sia il
Regolamento di esecuzione che la Legge. Particolari cambiamenti si sono avuti
sull’eliminazione della condizione del recidivo, e sulla riconduzione della
competenza del magistrato di sorveglianza all’ambito di un controllo garantistico.
Inoltre, venne data particolare importanza al procedimento di sorveglianza.
La legge 21 giugno 1985, n. 297 ha inserito nell’ordinamento penitenziario l’articolo
47-bis riguardante l’affidamento in prova nei confronti di persone tossicodipendenti
o alcooldipendenti.
Diversi giuristi cominciarono a pensare ad alcune correzioni della “riforma”.
Correzioni che non vedranno la luce prima del 1986, quando la legge 10 ottobre
1986 n. 663 che va sotto il nome di “Legge Gozzini”, modificherà alcuni aspetti
della riforma del 1975. La legge Gozzini contempla dei benefici che permettono ai
detenuti che hanno mantenuto una buona condotta, e dimostrato il ravvedimento,
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