IL QUATTROCENTONOVANTESIMO SENSO Ci vestimmo con lembi di vento, colorati di nembi di cielo. Percorremmo le strade del monte, incontrando le genti del mondo. Solo alcuni ci riconobbero, non furono molti. Meno ancora trovarono il tempo di sedersi a parlare con noi. Eppure, quante cose avevamo da dire, quanto tempo per potervi ascoltare. UDIRE IL PENSIERO AVVERSARIO Ognuno vede quel che tu pari pochi sentono quel che tu sei. (Niccolò Machiavelli) Osservando una persona, a molti di voi sarà capitato d’indovinare, con anticipo, i suoi movimenti. Sapevate con precisione assoluta che, in breve, si sarebbe alzata, avrebbe parlato, oppure tossito. Non siete divenuti veggenti né possedete particolari doti; più semplicemente il suo corpo vi ha comunicato l’azione prima ancora che questa fosse eseguita. Vi sono molteplici forme d'interpretare il “ linguaggio del corpo”. Tra le più esercitate, vi sono quelle riferite alla: gestualità codificata (disponibilità, accettazione, chiusura, sottomissione, eccetera); fisognomica (disciplina che individua i caratteri psicologici e morali di ogni persona dai suoi lineamenti); prossemica (la distanza osservabile tra due persone che si rapportano l’una all’altra); semiotica (studio generale dei "sistemi di segni"). Tutte hanno come finalità l'acquisizione di un "vantaggio". Tra gli scopi più comuni vi sono: la seduzione ed il potere. I più riescono a controllare il linguaggio verbale ma, senza addestramento, stentano a dominare la propria gestualità, postura ed espressione. Più agiranno con istintività, più saranno costretti a rivelarsi. Desideriamo decifrare, ma la mente viene ingannata dai segnali che abbiamo imparato a codificare. Non recependo chiari segnali il nostro cervello elabora una serie d'ipotesi in base alla leggenda personale. L'obiettivo comune di queste forme d'interpretazione è comprendere, senza l'utilizzo del linguaggio verbale, l'essenza dell'interlocutore. Le verità che si celano dietro. Oltre, le parole. IL QUATTROCENTONOVANTESIMO SENSO Amministrare le sezioni principali del sistema nervoso. Ebbene questo elaborato prenderà in considerazione un'altra forma di lettura corporea che non trae alcun riferimento da quanto sopra è stato indicato. Tratteremo il linguaggio del corpo secondo un'ottica meramente marziale. Il 490esimo senso. Il Buon Guerriero sa che il movimento volontario della testa, degli arti e del corpo è prodotto da impulsi nervosi, generati nella zona motoria della corteccia cerebrale e trasportati dai nervi cranici o dai nervi che raggiungono i muscoli scheletrici emergendo dal midollo spinale. Questi impulsi nervosi comprendono sia l'eccitazione delle cellule nervose che stimolano i muscoli interessati, sia l'inibizione delle cellule che stimolano i muscoli dotati d’azione antagonista ai primi. Un impulso nervoso consiste in una variazione del potenziale elettrico, che avviene sulla membrana delle cellule o delle fibre nervose. Ciò, in seguito ad un severo addestramento e alla pratica, è intelligibile. Alcuni movimenti involontari rappresentano la risposta diretta ad uno stimolo nervoso. Riferimenti precisi per il marzialista sono: innervazioni, reflussi, miosi e midriasi. Queste reazioni involontarie sono chiamate riflessi. In un buon trattato di fisiologia il “riflesso” è la risposta involontaria ad uno stimolo da parte di un organismo animale. Nella sua forma più semplice, la stimolazione di un nervo sensoriale (afferente) da parte di un organo di senso o di un recettore è seguita dalla trasmissione dello stimolo, generalmente attraverso un centro nervoso, ad un nervo motorio (efferente) che da luogo al riflesso in un effettore, ad esempio un muscolo che si contrae o una ghiandola che secerne i suoi prodotti. Il Buon Guerriero ha acquisito come interpretare i leggeri movimenti corporei oppure come nasconderli. Egli, sia abbia doti schermistiche d’attendista sia d’incontrista, ha imparato che in maggior misura il movimento corporeo sarà recepito, più sarà ampio l’arco temporale ai fini d'una eventuale reazione. Un buon atleta eseguirà solo più velocemente l’azione poiché i suoi riflessi sono pronti, ma in ogni caso non potrà fare a meno di trasmetterlo attraverso il “corpo”. Per compiere un’azione d’attacco deve inevitabilmente assestare il corpo. Imparare a “leggere” questi dati permette d’anticipare, di qualche millesimo di secondo, l’avversario al fine d’averne vantaggio sull’azione che eseguirà o che attuerete. La maggior parte delle azioni riflesse è generalmente più complessa, dal momento che lo stimolo deve passare attraverso uno o più neuroni intermedi, che lo modificano e lo orientano, a volte coinvolgendo l'attività muscolare dell'intero organismo. Ad esempio, una sensazione di dolore a livello della mano provoca il riflesso immediato d’allontanamento della mano dall'oggetto che causa dolore; questo riflesso è dovuto alla contrazione dei muscoli flessori della articolazione e il rilassamento di quelli estensori; tuttavia, se lo stimolo è particolarmente potente, i neuroni di coordinazione lo trasmettono anche ai muscoli del braccio e a quelli del tronco e delle gambe: il risultato è un salto che provoca l'allontanamento dallo stimolo doloroso non solo del braccio, ma di tutta la persona. Occorre tenere presente che questo tipo di “ lettura del corpo” è problematica quando anziché affrontare un marzialista ci si trova davanti a combattenti non disciplinati. Con essi (a titolo d’esempio: Falena, Leone, Rinoceronte) occorrerà agire come consigliatovi nell’elaborato “L’ebbrezza dei pazzi”. Inoltre è bene sapere che è possibile, per il Buon Guerriero, amministrare le due sezioni principali del sistema nervoso: sistema nervoso somatico (permette il controllo volontario della muscolatura dello scheletro); sistema nervoso autonomo, involontario (preposto al controllo dei muscoli cardiaci, della muscolatura liscia e delle ghiandole). Il sistema nervoso autonomo comprende, a sua volta, due sezioni: il sistema nervoso simpatico e quello parasimpatico. Molti muscoli (non tutti) e le ghiandole che distribuiscono gli impulsi nervosi ai principali organi interni possiedono una doppia innervazione; in tal caso, le due sezioni del sistema autonomo possono esercitare effetti opposti. Ad esempio, controllando il sistema simpatico si può accelerare il battito cardiaco, mentre attraverso quello parasimpatico di rallentarlo (comunemente detto: controllo bradicardico). Tuttavia, non sempre le contrazioni muscolari producono movimento. Solitamente la maggior parte dei muscoli tiene una piccola percentuale delle fibre in uno stato di contrazione continua, detto tono muscolare, necessario a mantenere la postura di un arto, permettendogli di resistere all'allungamento passivo o alla distensione. Presentire il pensiero dell’avversario è una dote che richiede, durante il combattimento, un raccoglimento totale e può essere raggiunta solo da alcuni Allievi, che definisco "Discepoli". A questo solo fine, molte accortezze sono state elaborate nell’Arte del KHS. Questa consapevolezza è tra i “fondamentali” della disciplina, e verosimilmente lo è in tutte le Arti marziali. Il Discente sa che la preparazione al movimento è tradotta dalla mente in impulsi fisici, e che questi a stento si riescono a nascondere ad un osservatore concentrato. Nella nostra disciplina esiste una norma di combattimento molto simile a quelle che nello Iaidô è definita "Saya no Uchi", la cui traslitterazione è: controllare l’avversario senza sfoderare la spada; oppure alla tecnica definita "Sen Sen No Sen" cioè: anticipare le intenzioni. Quest'ultima terminologia indica "l'attimo privo di tempo". Entrambe abbracciano il principio dello "Hasakidô Jitsu" praticato nel KHS Martial Art descritto nell'elaborato "Linguaggio del corpo". Semplificando di molto il concetto, nel Kenjitsu Hasakidô Shu Ha Ri, questo tipo d’addestramento consiste nel presentire il pensiero dell’avversario facendo in modo che egli non possa portare a compimento l’azione. Questa tecnica è definita "Hasakidô Jitsu". Vista da occhi inesperti, questa norma appare come "totale immobilità". Sarebbe corretto dire che, sia per gli attori del duello sia per l'osservatore, la percezione temporale è mutata. Anche se per il lettore ciò può sembrare oscuro, occorre essere consapevoli del suo potere. Lo spettatore, con verosimiglianza, ha potuto assistere ad uno tra i combattimenti più veloci che gli sia dato di vedere. Questa esperienza, come molte delle quali che vedono implicati i misteri della mente possono essere vissute da chiunque... La difficoltà non consiste nel viverle ma poterle ricreare volontariamente. Questo dono richiede, durante il combattimento, un raccoglimento totale e può essere conservato solo dopo anni di addestramento. Particolarmente durante questo tipo d’addestramento finalizzato all'acquisizione, è mia opinione che non, ripeto non, si debbano mai eseguire esercizi di: pulled muscle prevention (esercizi di riscaldamento finalizzati a prevenire strappi muscolari; stretching (esercizi di distensione delle membra). Il "Buon Guerriero" è al corrente che il KHS Martial Art si basa sulla regola “con severa coscienza e immediatamente”. Si faccia attenzione a non snaturare quanto scritto, cercando di comprendere la Tecnica "Hasakidô Jitsu" durante un allenamento in Sala d'Armi. Essa può essere applicata, nella sua interezza, solo nel combattimento reale. Provarci sarebbe come cercare di capire dalla gestualità, dal timbro della voce, l'essenza di una persona impegnata in un ruolo teatrale. M° Michele Zannolfi FONDATORE DEL KHS MARTIAL ART 1982
UDIRE IL PENSIERO AVVERSARIO Ognuno vede quel che tu pari pochi sentono quel che tu sei. (Niccolò Machiavelli) Osservando una persona, a molti di voi sarà capitato d’indovinare, con anticipo, i suoi movimenti. Sapevate con precisione assoluta che, in breve, si sarebbe alzata, avrebbe parlato, oppure tossito. Non siete divenuti veggenti né possedete particolari doti; più semplicemente il suo corpo vi ha comunicato l’azione prima ancora che questa fosse eseguita. Vi sono molteplici forme d'interpretare il “ linguaggio del corpo”. Tra le più esercitate, vi sono quelle riferite alla: gestualità codificata (disponibilità, accettazione, chiusura, sottomissione, eccetera); fisognomica (disciplina che individua i caratteri psicologici e morali di ogni persona dai suoi lineamenti); prossemica (la distanza osservabile tra due persone che si rapportano l’una all’altra); semiotica (studio generale dei "sistemi di segni"). Tutte hanno come finalità l'acquisizione di un "vantaggio". Tra gli scopi più comuni vi sono: la seduzione ed il potere. I più riescono a controllare il linguaggio verbale ma, senza addestramento, stentano a dominare la propria gestualità, postura ed espressione. Più agiranno con istintività, più saranno costretti a rivelarsi. Desideriamo decifrare, ma la mente viene ingannata dai segnali che abbiamo imparato a codificare. Non recependo chiari segnali il nostro cervello elabora una serie d'ipotesi in base alla leggenda personale. L'obiettivo comune di queste forme d'interpretazione è comprendere, senza l'utilizzo del linguaggio verbale, l'essenza dell'interlocutore. Le verità che si celano dietro. Oltre, le parole. IL QUATTROCENTONOVANTESIMO SENSO Amministrare le sezioni principali del sistema nervoso. Ebbene questo elaborato prenderà in considerazione un'altra forma di lettura corporea che non trae alcun riferimento da quanto sopra è stato indicato. Tratteremo il linguaggio del corpo secondo un'ottica meramente marziale. Il 490esimo senso. Il Buon Guerriero sa che il movimento volontario della testa, degli arti e del corpo è prodotto da impulsi nervosi, generati nella zona motoria della corteccia cerebrale e trasportati dai nervi cranici o dai nervi che raggiungono i muscoli scheletrici emergendo dal midollo spinale. Questi impulsi nervosi comprendono sia l'eccitazione delle cellule nervose che stimolano i muscoli interessati, sia l'inibizione delle cellule che stimolano i muscoli dotati d’azione antagonista ai primi. Un impulso nervoso consiste in una variazione del potenziale elettrico, che avviene sulla membrana delle cellule o delle fibre nervose. Ciò, in seguito ad un severo addestramento e alla pratica, è intelligibile. Alcuni movimenti involontari rappresentano la risposta diretta ad uno stimolo nervoso. Riferimenti precisi per il marzialista sono: innervazioni, reflussi, miosi e midriasi. Queste reazioni involontarie sono chiamate riflessi. In un buon trattato di fisiologia il “riflesso” è la risposta involontaria ad uno stimolo da parte di un organismo animale. Nella sua forma più semplice, la stimolazione di un nervo sensoriale (afferente) da parte di un organo di senso o di un recettore è seguita dalla trasmissione dello stimolo, generalmente attraverso un centro nervoso, ad un nervo motorio (efferente) che da luogo al riflesso in un effettore, ad esempio un muscolo che si contrae o una ghiandola che secerne i suoi prodotti. Il Buon Guerriero ha acquisito come interpretare i leggeri movimenti corporei oppure come nasconderli. Egli, sia abbia doti schermistiche d’attendista sia d’incontrista, ha imparato che in maggior misura il movimento corporeo sarà recepito, più sarà ampio l’arco temporale ai fini d'una eventuale reazione. Un buon atleta eseguirà solo più velocemente l’azione poiché i suoi riflessi sono pronti, ma in ogni caso non potrà fare a meno di trasmetterlo attraverso il “corpo”. Per compiere un’azione d’attacco deve inevitabilmente assestare il corpo. Imparare a “leggere” questi dati permette d’anticipare, di qualche millesimo di secondo, l’avversario al fine d’averne vantaggio sull’azione che eseguirà o che attuerete. La maggior parte delle azioni riflesse è generalmente più complessa, dal momento che lo stimolo deve passare attraverso uno o più neuroni intermedi, che lo modificano e lo orientano, a volte coinvolgendo l'attività muscolare dell'intero organismo. Ad esempio, una sensazione di dolore a livello della mano provoca il riflesso immediato d’allontanamento della mano dall'oggetto che causa dolore; questo riflesso è dovuto alla contrazione dei muscoli flessori della articolazione e il rilassamento di quelli estensori; tuttavia, se lo stimolo è particolarmente potente, i neuroni di coordinazione lo trasmettono anche ai muscoli del braccio e a quelli del tronco e delle gambe: il risultato è un salto che provoca l'allontanamento dallo stimolo doloroso non solo del braccio, ma di tutta la persona. Occorre tenere presente che questo tipo di “ lettura del corpo” è problematica quando anziché affrontare un marzialista ci si trova davanti a combattenti non disciplinati. Con essi (a titolo d’esempio: Falena, Leone, Rinoceronte) occorrerà agire come consigliatovi nell’elaborato “L’ebbrezza dei pazzi”. Inoltre è bene sapere che è possibile, per il Buon Guerriero, amministrare le due sezioni principali del sistema nervoso: sistema nervoso somatico (permette il controllo volontario della muscolatura dello scheletro); sistema nervoso autonomo, involontario (preposto al controllo dei muscoli cardiaci, della muscolatura liscia e delle ghiandole). Il sistema nervoso autonomo comprende, a sua volta, due sezioni: il sistema nervoso simpatico e quello parasimpatico. Molti muscoli (non tutti) e le ghiandole che distribuiscono gli impulsi nervosi ai principali organi interni possiedono una doppia innervazione; in tal caso, le due sezioni del sistema autonomo possono esercitare effetti opposti. Ad esempio, controllando il sistema simpatico si può accelerare il battito cardiaco, mentre attraverso quello parasimpatico di rallentarlo (comunemente detto: controllo bradicardico). Tuttavia, non sempre le contrazioni muscolari producono movimento. Solitamente la maggior parte dei muscoli tiene una piccola percentuale delle fibre in uno stato di contrazione continua, detto tono muscolare, necessario a mantenere la postura di un arto, permettendogli di resistere all'allungamento passivo o alla distensione. Presentire il pensiero dell’avversario è una dote che richiede, durante il combattimento, un raccoglimento totale e può essere raggiunta solo da alcuni Allievi, che definisco "Discepoli". A questo solo fine, molte accortezze sono state elaborate nell’Arte del KHS. Questa consapevolezza è tra i “fondamentali” della disciplina, e verosimilmente lo è in tutte le Arti marziali. Il Discente sa che la preparazione al movimento è tradotta dalla mente in impulsi fisici, e che questi a stento si riescono a nascondere ad un osservatore concentrato. Nella nostra disciplina esiste una norma di combattimento molto simile a quelle che nello Iaidô è definita "Saya no Uchi", la cui traslitterazione è: controllare l’avversario senza sfoderare la spada; oppure alla tecnica definita "Sen Sen No Sen" cioè: anticipare le intenzioni. Quest'ultima terminologia indica "l'attimo privo di tempo". Entrambe abbracciano il principio dello "Hasakidô Jitsu" praticato nel KHS Martial Art descritto nell'elaborato "Linguaggio del corpo". Semplificando di molto il concetto, nel Kenjitsu Hasakidô Shu Ha Ri, questo tipo d’addestramento consiste nel presentire il pensiero dell’avversario facendo in modo che egli non possa portare a compimento l’azione. Questa tecnica è definita "Hasakidô Jitsu". Vista da occhi inesperti, questa norma appare come "totale immobilità". Sarebbe corretto dire che, sia per gli attori del duello sia per l'osservatore, la percezione temporale è mutata. Anche se per il lettore ciò può sembrare oscuro, occorre essere consapevoli del suo potere. Lo spettatore, con verosimiglianza, ha potuto assistere ad uno tra i combattimenti più veloci che gli sia dato di vedere. Questa esperienza, come molte delle quali che vedono implicati i misteri della mente possono essere vissute da chiunque... La difficoltà non consiste nel viverle ma poterle ricreare volontariamente. Questo dono richiede, durante il combattimento, un raccoglimento totale e può essere conservato solo dopo anni di addestramento. Particolarmente durante questo tipo d’addestramento finalizzato all'acquisizione, è mia opinione che non, ripeto non, si debbano mai eseguire esercizi di: pulled muscle prevention (esercizi di riscaldamento finalizzati a prevenire strappi muscolari; stretching (esercizi di distensione delle membra). Il "Buon Guerriero" è al corrente che il KHS Martial Art si basa sulla regola “con severa coscienza e immediatamente”. Si faccia attenzione a non snaturare quanto scritto, cercando di comprendere la Tecnica "Hasakidô Jitsu" durante un allenamento in Sala d'Armi. Essa può essere applicata, nella sua interezza, solo nel combattimento reale. Provarci sarebbe come cercare di capire dalla gestualità, dal timbro della voce, l'essenza di una persona impegnata in un ruolo teatrale. M° Michele Zannolfi FONDATORE DEL KHS MARTIAL ART 1982
Osservando una persona, a molti di voi sarà capitato d’indovinare, con anticipo, i suoi movimenti. Sapevate con precisione assoluta che, in breve, si sarebbe alzata, avrebbe parlato, oppure tossito. Non siete divenuti veggenti né possedete particolari doti; più semplicemente il suo corpo vi ha comunicato l’azione prima ancora che questa fosse eseguita. Vi sono molteplici forme d'interpretare il “ linguaggio del corpo”. Tra le più esercitate, vi sono quelle riferite alla: gestualità codificata (disponibilità, accettazione, chiusura, sottomissione, eccetera); fisognomica (disciplina che individua i caratteri psicologici e morali di ogni persona dai suoi lineamenti); prossemica (la distanza osservabile tra due persone che si rapportano l’una all’altra); semiotica (studio generale dei "sistemi di segni"). Tutte hanno come finalità l'acquisizione di un "vantaggio". Tra gli scopi più comuni vi sono: la seduzione ed il potere. I più riescono a controllare il linguaggio verbale ma, senza addestramento, stentano a dominare la propria gestualità, postura ed espressione. Più agiranno con istintività, più saranno costretti a rivelarsi. Desideriamo decifrare, ma la mente viene ingannata dai segnali che abbiamo imparato a codificare. Non recependo chiari segnali il nostro cervello elabora una serie d'ipotesi in base alla leggenda personale. L'obiettivo comune di queste forme d'interpretazione è comprendere, senza l'utilizzo del linguaggio verbale, l'essenza dell'interlocutore. Le verità che si celano dietro. Oltre, le parole. IL QUATTROCENTONOVANTESIMO SENSO Amministrare le sezioni principali del sistema nervoso. Ebbene questo elaborato prenderà in considerazione un'altra forma di lettura corporea che non trae alcun riferimento da quanto sopra è stato indicato. Tratteremo il linguaggio del corpo secondo un'ottica meramente marziale. Il 490esimo senso. Il Buon Guerriero sa che il movimento volontario della testa, degli arti e del corpo è prodotto da impulsi nervosi, generati nella zona motoria della corteccia cerebrale e trasportati dai nervi cranici o dai nervi che raggiungono i muscoli scheletrici emergendo dal midollo spinale. Questi impulsi nervosi comprendono sia l'eccitazione delle cellule nervose che stimolano i muscoli interessati, sia l'inibizione delle cellule che stimolano i muscoli dotati d’azione antagonista ai primi. Un impulso nervoso consiste in una variazione del potenziale elettrico, che avviene sulla membrana delle cellule o delle fibre nervose. Ciò, in seguito ad un severo addestramento e alla pratica, è intelligibile. Alcuni movimenti involontari rappresentano la risposta diretta ad uno stimolo nervoso. Riferimenti precisi per il marzialista sono: innervazioni, reflussi, miosi e midriasi. Queste reazioni involontarie sono chiamate riflessi. In un buon trattato di fisiologia il “riflesso” è la risposta involontaria ad uno stimolo da parte di un organismo animale. Nella sua forma più semplice, la stimolazione di un nervo sensoriale (afferente) da parte di un organo di senso o di un recettore è seguita dalla trasmissione dello stimolo, generalmente attraverso un centro nervoso, ad un nervo motorio (efferente) che da luogo al riflesso in un effettore, ad esempio un muscolo che si contrae o una ghiandola che secerne i suoi prodotti. Il Buon Guerriero ha acquisito come interpretare i leggeri movimenti corporei oppure come nasconderli. Egli, sia abbia doti schermistiche d’attendista sia d’incontrista, ha imparato che in maggior misura il movimento corporeo sarà recepito, più sarà ampio l’arco temporale ai fini d'una eventuale reazione. Un buon atleta eseguirà solo più velocemente l’azione poiché i suoi riflessi sono pronti, ma in ogni caso non potrà fare a meno di trasmetterlo attraverso il “corpo”. Per compiere un’azione d’attacco deve inevitabilmente assestare il corpo. Imparare a “leggere” questi dati permette d’anticipare, di qualche millesimo di secondo, l’avversario al fine d’averne vantaggio sull’azione che eseguirà o che attuerete. La maggior parte delle azioni riflesse è generalmente più complessa, dal momento che lo stimolo deve passare attraverso uno o più neuroni intermedi, che lo modificano e lo orientano, a volte coinvolgendo l'attività muscolare dell'intero organismo. Ad esempio, una sensazione di dolore a livello della mano provoca il riflesso immediato d’allontanamento della mano dall'oggetto che causa dolore; questo riflesso è dovuto alla contrazione dei muscoli flessori della articolazione e il rilassamento di quelli estensori; tuttavia, se lo stimolo è particolarmente potente, i neuroni di coordinazione lo trasmettono anche ai muscoli del braccio e a quelli del tronco e delle gambe: il risultato è un salto che provoca l'allontanamento dallo stimolo doloroso non solo del braccio, ma di tutta la persona. Occorre tenere presente che questo tipo di “ lettura del corpo” è problematica quando anziché affrontare un marzialista ci si trova davanti a combattenti non disciplinati. Con essi (a titolo d’esempio: Falena, Leone, Rinoceronte) occorrerà agire come consigliatovi nell’elaborato “L’ebbrezza dei pazzi”. Inoltre è bene sapere che è possibile, per il Buon Guerriero, amministrare le due sezioni principali del sistema nervoso: sistema nervoso somatico (permette il controllo volontario della muscolatura dello scheletro); sistema nervoso autonomo, involontario (preposto al controllo dei muscoli cardiaci, della muscolatura liscia e delle ghiandole). Il sistema nervoso autonomo comprende, a sua volta, due sezioni: il sistema nervoso simpatico e quello parasimpatico. Molti muscoli (non tutti) e le ghiandole che distribuiscono gli impulsi nervosi ai principali organi interni possiedono una doppia innervazione; in tal caso, le due sezioni del sistema autonomo possono esercitare effetti opposti. Ad esempio, controllando il sistema simpatico si può accelerare il battito cardiaco, mentre attraverso quello parasimpatico di rallentarlo (comunemente detto: controllo bradicardico). Tuttavia, non sempre le contrazioni muscolari producono movimento. Solitamente la maggior parte dei muscoli tiene una piccola percentuale delle fibre in uno stato di contrazione continua, detto tono muscolare, necessario a mantenere la postura di un arto, permettendogli di resistere all'allungamento passivo o alla distensione. Presentire il pensiero dell’avversario è una dote che richiede, durante il combattimento, un raccoglimento totale e può essere raggiunta solo da alcuni Allievi, che definisco "Discepoli". A questo solo fine, molte accortezze sono state elaborate nell’Arte del KHS. Questa consapevolezza è tra i “fondamentali” della disciplina, e verosimilmente lo è in tutte le Arti marziali. Il Discente sa che la preparazione al movimento è tradotta dalla mente in impulsi fisici, e che questi a stento si riescono a nascondere ad un osservatore concentrato. Nella nostra disciplina esiste una norma di combattimento molto simile a quelle che nello Iaidô è definita "Saya no Uchi", la cui traslitterazione è: controllare l’avversario senza sfoderare la spada; oppure alla tecnica definita "Sen Sen No Sen" cioè: anticipare le intenzioni. Quest'ultima terminologia indica "l'attimo privo di tempo". Entrambe abbracciano il principio dello "Hasakidô Jitsu" praticato nel KHS Martial Art descritto nell'elaborato "Linguaggio del corpo". Semplificando di molto il concetto, nel Kenjitsu Hasakidô Shu Ha Ri, questo tipo d’addestramento consiste nel presentire il pensiero dell’avversario facendo in modo che egli non possa portare a compimento l’azione. Questa tecnica è definita "Hasakidô Jitsu". Vista da occhi inesperti, questa norma appare come "totale immobilità". Sarebbe corretto dire che, sia per gli attori del duello sia per l'osservatore, la percezione temporale è mutata. Anche se per il lettore ciò può sembrare oscuro, occorre essere consapevoli del suo potere. Lo spettatore, con verosimiglianza, ha potuto assistere ad uno tra i combattimenti più veloci che gli sia dato di vedere. Questa esperienza, come molte delle quali che vedono implicati i misteri della mente possono essere vissute da chiunque... La difficoltà non consiste nel viverle ma poterle ricreare volontariamente. Questo dono richiede, durante il combattimento, un raccoglimento totale e può essere conservato solo dopo anni di addestramento. Particolarmente durante questo tipo d’addestramento finalizzato all'acquisizione, è mia opinione che non, ripeto non, si debbano mai eseguire esercizi di: pulled muscle prevention (esercizi di riscaldamento finalizzati a prevenire strappi muscolari; stretching (esercizi di distensione delle membra). Il "Buon Guerriero" è al corrente che il KHS Martial Art si basa sulla regola “con severa coscienza e immediatamente”. Si faccia attenzione a non snaturare quanto scritto, cercando di comprendere la Tecnica "Hasakidô Jitsu" durante un allenamento in Sala d'Armi. Essa può essere applicata, nella sua interezza, solo nel combattimento reale. Provarci sarebbe come cercare di capire dalla gestualità, dal timbro della voce, l'essenza di una persona impegnata in un ruolo teatrale. M° Michele Zannolfi FONDATORE DEL KHS MARTIAL ART 1982