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Cover painted by Sam Delmai
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Il desiderio di Yamamoto Tsunetomo a poco a poco si è tramutato in realtà. Dopo aver scritto, con l'aiuto del suo discepolo Taschiro Tsuramoto, Hagakure kikigaki (letteralmente "annotazioni su cose udite all'ombra delle foglie"), espresse il desiderio che i manoscritti venissero distrutti. Ebbene, quest'opera ribattezzata Hagakure (nascosto dalle foglie), nella edizione italiana raccoglie soltanto una selezione dei passi dell'opera originale, composta da ben undici volumi. Sulla copertina (splendidamente disegnata, in esclusiva, per la nostra Redazione) del libro c'è un «mon», emblema d'ogni nobile casato. Quello dei Tokugawa era: tre foglie stilizzate di Altea (detta anche Malvone). Hagakure è considerata una delle opere più famose e controverse tramandataci dalla letteratura giapponese. Racchiude l'antica saggezza dei samurai sotto la forma di brevi aforismi. Alcuni di questi sono stati scelti da questa redazione, quali semplice invito alla lettura dell'opera originale, nella quale s'evincerà l'attualità dell'etica del «Buon Guerriero». |
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Se bene ci si aspetti che i samurai siano consapevoli del Bushido, sembra che molti siano negligenti. In effetti se venisse chiesto loro: « Qual è il vero significato della Via del samurai?», pochi sarebbero capaci di rispondere con prontezza. Questo accade perché il Bushido non è stato ben fissato nella mente. Da ciò si può dedurre che manchi loro la consapevolezza della Via. La negligenza è una cosa grave.
(I, 1)
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Ho scoperto che la via del samurai è la morte. Quando sopraggiunge una crisi, davanti al dilemma fra vita e morte, è necessario scegliere subito la seconda. Non è difficile: basta semplicemente armarsi di coraggio e agire. Alcuni dicono che morire senza aver portato a termine la propria missione equivale a morire invano. Questa è la logica dei mercanti gonfi d'orgoglio che tiranneggiano Osaka ed è solo un calcolo fallace, un'imitazione grottesca dell'etica del samurai. è quasi impossibile compiere una scelta ponderata in una situazione in cui le possibilità di vita e di morte si equivalgono. Noi tutti amiamo la vita ed è naturale che troviamo sempre delle buone ragioni per continuare a vivere. Colui che sceglie di farlo, pur avendo fallito nel suo scopo, incorre nel disprezzo ed è al tempo stesso un vigliacco e un perdente. Chi muore senza aver portato a termine la sua missione muore da fanatico, in modo vano, ma non disonorevole. Questa è infatti la Via dei samurai. L'essenza del Bushido è prepararsi alla morte, mattino e sera, in ogni momento della giornata. Quando un samurai è sempre pronto a morire, padroneggia la Via.
(I, 2)
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Per natura alcuni sono capaci d'agire con saggezza quando l'occasione lo richiede. Altri invece sono costretti a restare insonni per ore e ore, in preda all'angoscia, prima di scoprire la soluzione giusta al problema posto. Tuttavia, anche se queste diversità innate sono in una certa misura inevitabili, chiunque può sviluppare una saggezza sorprendete adottando i "quattro voti". Sembrerebbe che, a prescindere dalle qualità personali e dalla difficoltà del problema, tutti possono giungere alla soluzione grazie ad una riflessione sufficientemente profonda e seria. Finché una persona basa il ragionamento sul proprio Ego è prudente e scaltra, ma non saggia. Gli esseri umani sono stolti e trovano difficile rinunciare al proprio Ego. Malgrado tutto, un individuo messo di fronte ad una situazione ardua ha buone possibilità di trovare una soluzione, se riesce ad estraniarsi momentaneamente dal problema, a concentrarsi sui "quattro voti" e ad abbandonare il suo Ego.
(I, 4)
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Non esiste nulla di più meraviglioso dell'ultimo verso della poesia che recita: «Quando il tuo cuore chiama come rispondi?». Probabilmente si può pensare la stessa cosa del nembutsu; nel passato era sulle labbra di molta gente. Ai giorni nostri le persone definite "intelligenti" sia ammantano di saggezza superficiale e finiscono solo per imbrogliare gli altri. Per questa ragione sono inferiori al popolo ottuso. Una persona ottusa è sincera. Se qualcuno guarda profondamente nel proprio cuore, come recita il verso, non celerà nulla a sé stesso. Il cuore è un buon giudice. Bisognerebbe trovarsi in una disposizione d'animo tale da non essere in imbarazzo nell'incontrare questo giudice.
(1. 40)
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è assai difficile aborrire il male e vivere con rettitudine. è abbastanza sorprendente ma parecchi errori hanno origine dalla credenza che sia essenziale essere rigorosamente logici e mettere la rettitudine al di sopra di ogni altra cosa. Esiste una Via più elevata di questa, ma raggiungerla non è impresa facile e richiede una profonda saggezza. Paragonati a questa Via, i principi logici sono davvero insignificanti. Sebbene non si possa conoscere ciò di cui non si ha esperienza, esiste un modo di scoprire la verità anche se non si è saputo discernerla da soli: questa Via consiste nel dialogo con gli altri. Capita spesso che una persona, sebbene imperfetta, possa dare consigli intelligenti, perché non è coinvolta nella situazione e la vede dall'esterno, proprio come colui che, nel gioco del go, ha il vantaggio di essere spettatore. Si dice che che sia ugualmente possibile distinguere i propri errori con l'introspezione e con la meditazione, ma, anche qui, il risultato è migliore se si dialoga con gli altri. Se si impara ad ascoltare gli altri e a leggere molti libri si può andare oltre la propria visuale e acquisire la saggezza degli Antichi.
(1. 44)
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Un maestro di spada, ormai anziano, dichiarò:«Nella vita ci sono diversi gradi di apprendimento. Al primo si studia ma non si ricava niente, e ci si sente inesperti. Al livello intermedio l'uomo è ancora inesperto, ma consapevole delle proprie mancanze e riesce anche a vedere quelle altrui. Al livello superiore diventa orgoglioso della propria abilità, si rallegra nel ricevere lodi e deplora la mancanza di perizia dei compagni. Costui a valore e si comporta come se non sapesse nulla. questi sono i livelli in generale ma ce n'è uno che li trascende ed è il più eccellente fra tutti. Chi penetra profondamente in questa Via è consapevole che non finirà mai di percorrerla. Egli conosce veramente le proprie lacune e non crede mai, per tutta la vita, di avere raggiunto la perfezione. Senza orgoglio ma con modestia arriva a conoscere la Via». Si dice che che una volta il maestro Yagyu osservò:«Io non conosco il modo di sconfiggere gli altri, ma la Via per sconfiggere me stesso». Il samurai avanza giorno dopo giorno:oggi diventa più abile di ieri, domani più abile di oggi. L'addestramento non finisce mai.
(1. 45)
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Il maestro Ittei racconta:«Copiando un buon modello ed esercitandosi con impegno, anche un cattivo calligrafo può migliorare». Allo stesso modo, un samurai può servire bene il suo daimio se imita un buon esempio, benché questo sia molto raro da trovare. Perciò è bene crearlo da sé, prendendo le differenti qualità da persone diverse: da una l'etichetta, da un'altra il coraggio, da un'altra il modo di esprimersi, da un'altra la retta condotta, da un'altra la sincerità, da un'altra la capacità di decidere con prontezza. Cogliendo il lato migliore di tutti, si crea un buon esempio. Nelle arti non si può raggiungere il livello del maestro se se ne imitano i difetti perciò non è utile farlo. Fra le persone di buone maniere ne esistono alcune inaffidabili. Se si prendono a modello tali individui è facile imitare il lato negativo. Se si pone attenzione ai lati positivi, qualunque cosa diventerà un buon esempio o un buon maestro.
(1. 64)
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Colui che serve il suo daimio è un uomo che riesce a non distrarsi mai con nulla, come se fosse sempre alla presenza del suo padrone o degli altri. Se si distrae quando è da solo, lo farà anche in pubblico. è importante essere sempre vigili.
(1. 66)
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Quando si riceve un ordine, positivo o negativo, generalmente non si parla e ci si inquieta. Invece è bene rispondere in modo appropriato, e per questo ci si deve preparare in anticipo. Anche quando una persona riceve un incarico, se pensa di vantarsene, la cosa traspare subito. Ho visto molti individui simili, ed è triste. Quando un uomo consapevole delle proprie capacità riceve un incarico, comincia a preoccuparsi di riuscire a portarlo a termine e questo appare sul suo volto. Gli incostanti sbagliano logica e nel futuro commetteranno altri errori.
(1. 71)
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è bene essere colti, ma molto spesso ciò conduce a errori. Questa è l'ammonizione del monaco Konan. Vale la pensa di osservare le imprese di una persona abile allo scopo di conoscere la nostra inadeguatezza, ma spesso ciò non accade. In genere noi ammiriamo le nostre opinioni e amiamo la discussione fine a se stessa.
(1. 72)
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L'anno scorso a una grande riunione c'era un uomo che esponeva la sua opinione del tutto diversa da quella della maggioranza, e affermava che avrebbe ucciso il capo dell'assemblea se la sua idea non fosse stata accolta. l'ebbe vinta. Al termine egli disse:«Ho ottenuto immediatamente il consenso dei partecipanti. Penso che siano troppo deboli e inaffidabili per essere i consiglieri del daimio».
(1. 76)
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C'era un uomo in Cina che amava le immagini raffiguranti i draghi. Tutti i
suoi vestiti e i suoi mobili erano decorati con questo motivo.
Il dio dragone si accorse di questo amore profondo, e così, un giorno, un
drago vero si presentò alla sua finestra. Si dice che l'uomo sia morto di
paura...
(1. 81)
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C'è un modo di educare i figli dei samurai. Sin dalla più tenera età si
dovrebbe promuovere nel bambino il coraggio ed evitare di spaventarlo o di
mentirgli.
Se si diventa paurosi da piccoli, si resta segnati per tutta la vita. Il
genitore imprudente incute nei figli il terrore dei lampi, non li lascia
andare nei luoghi bui o racconta loro storie terrificanti. Inoltre,
diventeranno timidi se sono rimproverati in modo eccessivamente severo.
Non si dovrebbe permettere che si formino cattive abitudini. Quando
infatti esse si radicano, il bambino, pur ammonito, non migliorerà. Gli si
insegnino un linguaggio appropriato e buone maniere, non gli si permetta
di conoscere l'avidità. Se il bimbo è sano e normale, e viene allevato in
questo modo, crescerà bene.
(1. 85) |
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Ci sono momenti in cui si ha veramente bisogno degli altri. Se questo si ripete frequentemente, si finisce per essere molesti e fuori luogo. Per alcune cose sarebbe meglio non dover contare sull'aiuto altrui.
(1. 78)
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Si può imparare qualcosa da un temporale. Quando un acquazzone ci sorprende, cerchiamo di non bagnarci affrettando il passo, ma anche tentando di ripararci sotto i cornicioni ci inzuppiamo ugualmente. Se invece, sin dal principio, accettiamo di bagnarci eviteremo ogni incertezza e non per questo ci bagneremo di più. Tale consapevolezza si applica a tutte le cose.
(1. 79)
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(1. 86)
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Si dice di non esitare a correggersi quando si è commesso uno sbaglio. Se
lo si fa senza il minimo indugio, l'errore scomparirà rapidamente, ma se
si cercherà di occultarlo, apparirà più disdicevole e arrecherà maggior
dolore.
Se una persona si lascia sfuggire parole improprie, ma spiega subito ciò
che pensa, senza lasciare dubbi, esse non avranno effetto ed egli non si
sentirà in colpa.
Comunque se dopo il chiarimento qualcuno lo biasima ancora, costui
dovrebbe essere pronto a ribattere così: "Ho spiegato il motivo del mio
discorso sconsiderato. Non posso fare altro se non vuoi sentire ragione.
Poiché ho detto queste parole senza volerlo, dovresti far conto di non
averle sentite. Tutti possono sbagliare."
(1. 90)
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Il modo appropriato di applicarsi nell'arte della calligrafia è quello di scrivere gli ideogrammi con accuratezza, ma ciò non è sufficiente, perché così la scrittura sarà semplicemente fiacca e rigida. E' necessario andare oltre la forma pura e allontanarsi dalla regola. Questo principio si applica a tutte le cose.
(1. 91) |
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C'è un detto: "Se desideri sondare il cuore di un amico, ammalati".
(1. 94)
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Un giorno fu chiesto a Morooka Hikoemon di confermare la verità di alcune sue affermazioni con un giuramento. Ma egli rispose: "La parola del samurai è più salda del metallo. Dal momento che io sono permeato da questo principio, cosa possono aggiungere a ciò gli dei e i buddha?". Il giuramento fu annullato. Questo accadde quando aveva ventisei anni.
(1. 98)
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Un detto che risale al tempo del daimio Katsushige insegna: «Metti il piede in fallo e cadi sette volte, otto rialzati e risorgi». Il samurai dovrebbe avere sempre la libertà di mettere alla prova la propria forza spirituale.
(1. 128)
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L'addestramento non finisce mai. Se un uomo pensa di essere giunto alla fine va contro lo spirito del Bushido, mentre se, per tutta la vita, pensa di non essere mai arrivato, quando muore gli altri penseranno che abbia completato la Via del samurai. Pur addestrandosi per tutta la vita è difficile che un uomo raggiunga l'uno mantenendosi puro. Se non è puro, egli non raggiunge la Via. Servire il maestro e il valore militare devono diventare una cosa sola.
(1. 139)
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La prima parola pronunciata dal samurai, in qualsiasi circostanza, è estremamente importante. Tramite questa egli rivela tutto il suo valore. In tempo di pace come in tempo di distruzione e di caos, il grande coraggio può essere rivelato da un'unica parola: allora si può affermare che essa sia il fiore dell'anima.
(1. 142)
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Il samurai deve sempre evitare di lamentarsi, anche nella vita quotidiana. Deve stare attenti a non lasciarsi sfuggire mai un'espressione di debolezza. Una sola parola detta inavvertitamente spesso rivela il valore di chi l'ha pronunciata.
(1. 143)
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Quando si è determinati, l'impossibile non esiste: allora si possono muovere cielo e terra. Ma quando l'uomo è privo di coraggio, non può persuadersene. Muovere cielo e terra senza sforzo è una semplice questione di concentrazione.
(1. 144)
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In una discussione è meglio esprimersi in modo appropriato qualunque sia l'argomento. Per quanto pregevole possa essere ciò che si dice, se non è pertinente smorzerà la conversazione.
(1. 150)
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Il maestro Ittei diceva:«Il progresso nell'arte della calligrafia consiste nel creare l'armonia tra la pagina, il pennello e l'inchiostro. Tendono a essere così separati!».
(1. 177)
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Nelle questioni di capitale importanza per la nostra vita, se non ci basiamo sul nostro giudizio e non ci buttiamo in modo deciso, non risolveremo nulla. Se chiediamo aiuto agli altri su faccende serie, essi in molti casi potrebbero sottovalutare la situazione o mentirci. In queste circostanze dobbiamo usare il nostro giudizio e, a ogni modo, diventare come pazzi pronti persino a dare la vita. Se riflettiamo su come agire rettamente presto in noi sorgeranno dubbi e sbaglieremo grossolanamente. In molti casi un alleato, nel tentativo di fare del bene, potrebbe causare la rovina, e la sua gentilezza potrebbe essere fatale. Mi accadde proprio questo quando chiesi il permesso di diventare monaco.
(1. 194)
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Una persona irreprensibile è quella che si tiene lontana dal tumulto degli eventi. è necessario essere una persona forte per riuscirci.
(II, 11)
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Il coraggio e la vigliaccheria non sono argomenti da discutere in tempo di pace. Sono di natura diversa.
(II, 75)
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Spesso capita che un uomo con grandi facoltà di giudizio, rendendosi conto del suo valore, diventi sempre più arrogante. è difficile conoscere realmente le proprie qualità, ma lo è ancora di più ammettere le proprie debolezze. Questa riflessione è del maestro zen Kaion.
(II, 88)
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Come diceva uno degli anziani, chi colpisce il nemico sul campo di battaglia è simile al falco che piomba su un uccello. Sebbene nello stormo se ne contino mille, il falco non presta attenzione ad alcuna preda se non a quella che ha puntato per prima. L'espressione Kezuke no Kubi indica la testa colpita dopo aver dichiarato:«Colpirò proprio il guerriero che indossa quell'armatura!».
(X, 92)
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