! Scrivi al Redattore ! Torna al Sommario ! Torna alla Home Page ! |
|
|||
|
L'UOMO è UN ESSERE NATURALMENTE STRATEGICO, MA ...
Istinto, sottovalutazione e paura, sono solo alcuni dei fattori che lo inducono a non considerare la strategia della "buona posizione". A volte la corretta tattica bellica può impedire agli aggressori manovre di circondamento, o d'attacco multiplo, costringendoli a battersi ad uno ad uno, finanche a ritirarsi.
Il "Buon Guerriero" è
teleologico. Valuta costantemente l'ambiente che lo circonda e gli
elementi che ne fanno parte, ponendosi nella corretta posizione in modo
da trarne un eventuale vantaggio. Egli è addestrato a questa
considerazione e l'adotta sia in tempo di pace, sia in tempo di guerra.
|
□ |
Per visionare le note esplicative nel testo, è sufficiente passare il mouse sopra la parola e attendere. Il tempo d'apertura è strettamente legato al tipo di collegamento di cui disponete. |
[...] tentava d’attirare i Romani in campo aperto [...]
All’indomani
della cocente sconfitta di Canne (216 a.C.), la situazione
di Roma contro
Annibale era
disperata. Distrutti gli eserciti, esauste le casse dello
Stato, passati al nemico i popoli del Nord e del Sud Italia,
la Repubblica appariva sull’orlo dell’annientamento.
[...] I cavalieri francesi caricarono quindici volte [...] Ma un esercito imbattibile può essere duramente sconfitto da pochi uomini anche in una campagna campale. Alla fine dell’estate del 1346, durante la guerra dei Cento Anni, il piccolo ma disciplinato corpo di spedizione inglese comandato da re Edoardo III era al termine di un’operazione di saccheggio della Normandia, durante la quale aveva sempre evitato il contatto diretto con l’enorme esercito del re di Francia, Filippo VI, la cui cavalleria pesante era l’arma più temibile dell’epoca. L’esercito inglese (poco meno di undicimila uomini) in quei giorni stava fuggendo dai francesi (sessantamila uomini) quando Edoardo decise d’accamparsi per riposare in un luogo facilmente difendibile. Si trattava di un pendio con il fianco sinistro difeso da un torrente, e il destro protetto dalla foresta di Crècy. Per attaccare, i francesi avrebbero dovuto andare in salita, esponendosi alle frecce degli inglesi.
La battaglia fu aperta dai balestrieri genovesi, al soldo dei francesi, che avanzarono contro gli inglesi lanciando una pioggia di dardi (i cosiddetti “quadrelli”), ma la distanza era eccessiva. Gli archi inglesi, invece, la superavano con facilità e inflissero terribili perdite ai balestrieri, spingendoli alla fuga.
La cronaca di quella terribile battaglia riferisce di quindici cariche (*) consecutive, tutte respinte dagli archi dai combattimenti corpo a corpo sostenuti dai cavalieri inglesi appiedati. Al calare della notte i francesi, sconfitti, avevano lasciato sul campo circa ventiduemila uomini. I caduti inglesi furono poco più di cento.
|
[...] La Royal air force disponeva solo di 650 aerei [...]
Dopo la sconfitta della Francia, nella primavera del 1940, l'Inghilterra rimase sola ad affrontare la potenza della Germania nazista e soprattutto la sua temibile aviazione. Tra bombardieri, caccia e ricognitori la Luftwaffe poteva contare su oltre 2.800 aerei mentre la Royal air force britannica (Raf) disponeva solo di 650 aerei. In queste condizioni iniziò la battaglia d'Inghilterra, che durò da luglio a settembre e si concluse con l'inaspettata vittoria inglese. Ciò che contribuì maggiormente a questo risultato fu un'invenzione dello scienziato inglese R.A. Watson - Watt: il radar. Grazie a questo congegno, infatti, i caccia della Raf potevano essere guidati con precisione dalle 29 stazioni di terra, e attaccare all'improvviso le formazioni tedesche. Nel giro di due mesi, gli inglesi riuscirono ad annullare la supremazia aerea tedesca abbattendo 1.733 velivoli nemici e perdendone circa 350. Fu così scongiurata l'invasione nazista dal mare, e le sorti della guerra tornarono in discussione.
Il 25 settembre 480 a.C., nelle acque greche di Salamina, gli ateniesi combatterono e vinsero in netta inferiorità numerica (circa 370 triremi contro 1.000) una battaglia decisiva per la storia europea contro l'enorme flotta persiana. I greci prevalsero grazie a due fattori: la scelta di un braccio di mare molto stretto e un'idea dell'ammiraglio ateniese Temistocle. Questi fece costruire triremi lunghe tra i 40 e i 45 metri, molto maneggevoli nei piccoli spazi, e con circa un metro di pescaggio. Con queste veloci unità, i Greci attaccarono su tutti i lati la flotta nemica dotata di unità meno manovrabili, urtandole e speronandole. Fu un disastro per la flotta persiana che pure combatté con valore: in 11 ore di battaglia i persiani persero più di 500 (**) navi, i greci solo 40. La Grecia era salva e la più potente flotta del tempo sbaragliata.
|
[...] gli Usa utilizzarono ogni tipo di arma [...] All'inizio degli anni sessanta del XX secolo, l'impopolare governo filoamericano del Vietnam del Sud fu sfidato da un forte movimento di guerriglia, appoggiato dal governo comunista del Vietnam del Nord. I presidenti americani Kennedy e Johnson guardarono al conflitto come a un test di credibilità della superpotenza americana nel limitare l'avanzata del comunismo nel mondo. All'inizio si limitarono ad appoggiare i loro alleati con fondi e consiglieri militari; poi, nel 1964, Johnson decise un intervento diretto di truppe americane sul territorio e una pesante campagna di bombardamenti sul Nord. Il conflitto divenne così una devastante guerra su larga scala, il cui gli Usa arrivarono a schierare mezzo milione di uomini, utilizzando ogni tipo di arma per eliminare ogni resistenza. I vietnamiti, però, approfittando della loro conoscenza del territorio e dell'appoggio della popolazione, logorarono la potenza americana, provocando una protesta popolare crescente negli stessi Stati Uniti. Nel 1968 i nordvietnamiti scatenarono l'offensiva del "Tet": la capitale Saigon e molte altre basi americane vennero attaccate simultaneamente, compresa l'ambasciata americana. L'offensiva venne fermata militarmente ma fu una pesante sconfitta politica per gli Usa; da quella data nessuno pensò più di poter vincere, anzi, si decise un ritiro che sarebbe stato completato solo nel 1974.
Il conflitto fu un massacro:
55.000 morti americani e 200.000 sudvietnamiti, mentre il
Vietnam del Nord ebbe circa 920.000 caduti, oltre a 350.000
vittime civili nel Sud. Per la prima volta gli Stati Uniti
erano stati sconfitti. Gli
Afghani erano tutti considerati guerriglieri
Fascista
fino al penultimo momento
(Italia, 11 gennaio 1944)
[...] la popolazione era passata per le armi [...]
Pochi
anni dopo la conclusione del conflitto del Vietnam l'altra
potenza "globale", l'Urss, s'imbarcò in un'azione militare
che doveva esse veloce e indolore, e che invece fu un grave
insuccesso bellico e un'autentica tragedia umana per chi vi
prese parte.
Approfittando proprio della crisi Usa dopo la sconfitta in
Vietnam, l'Urss decise di passare all'offensiva su scala
mondiale per occupare posizioni strategiche vantaggiose. Uno
degli obiettivi era l'Afghanistan, che venne invaso il 27
dicembre 1979 da un contingente dell'armata rossa di circa
90.000 uomini, per sostenere il governo filosovietico di
Karmal. L'invasione straniera scatenò la tenace resistenza
delle popolazioni locali e si estese all'intera regione. Il
nazionalismo e il fondamentalismo religioso furono il
collante dei combattenti.
Pakistan, Iran e Usa diedero sostegno logistico e rifornimenti
d'armi ai mujaiddin (ovvero i ribelli afghani) che
organizzarono una guerriglia feroce: nelle loro offensive i
soldati russi incontravano spesso i corpi mutilati dei loro
compagni abbandonati in mezzo alla strada. Così, dal 1982, i
sovietici iniziarono a far uso di armi chimiche, gas tossici
e napalm, mentre i villaggi erano rasi al suolo e la
popolazione , per la maggior parte considerata come
potenziale guerrigliera, passata per le armi.
Ma la situazione non si sbloccava, e così
Gorbaciov
, decise il ritiro delle truppe, che avvenne nel febbraio
1989. La superpotenza aveva impiegato, in nove anni di
guerra, circa 650.000 uomini, riconoscendo la perdita di
circa 14.000 soldati, di cui 1.979 ufficiali. Inoltre, il
73% degli uomini che avevano prestato servizio in
Afghanistan dovettero essere ricoverati per tifo, epatite e
infezioni d'ogni tipo, senza contare i numerosi casi di
coloro che segnati dagli orrori di quella guerra, non
riuscirono più a integrarsi nella società.
Ma chi
erano Davide e Golia?
Leggenda o Storia?
(Salamina - 480 a.C.) Simbolo
di una piccola forza che sconfisse lo strapotere di un
avversario imbattibile è: il giovine Davide, futuro secondo re
d'Israele, che abbatté con un colpo i fionda e poi decapitò il
gigantesco Golia. Leggenda o storia? Sicuramente, intorno al
1.000 a.C. il regno d'Israele dovette combattere duramente
contro i Filistei, una popolazione indoeuropea, appartenente a
quel raggruppamento che gli egizi chiamavano "popoli del mare" e
che dopo la sconfitta subita da faraone Ramsete III (1186 a.C.)
si stabilirono nella Palestina meridionale minacciando il regno
d'Israele. La loro forza nasceva da un "arma segreta" per
l'epoca: il ferro. La guerra volse in favore dei Filistei e
Israele correva il rischio di essere soggiogata. Fu allora che
il
re Saul, il cui scudiero era
Davide, riuscì a respingere i nemici grazie ad azioni di
guerriglia. Durante questa prima fase, i combattimenti erano
quindi scaramucce, nelle quali s'usavano armi da getto per
colpire l'avversario da lontano e poi scomparire in fretta; una
guerra per giovani veloci e robusti, come era appunto Davide.
L'uccisione di Golia, quindi, può essere stato un evento
autentico, oppure il simbolo dell'esito vittorioso di una
tattica "mordi e fuggi". L'alta statura di Golia sarebbe inoltre
confermata indirettamente da fatto che Saul nei suoi contingenti
cercò di arruolare uomini robusti e possibilmente di alta
statura: probabilmente perché non si sentissero inferiori a
nemici mediamente più alti di loro. |
|
|
©
1990
www.artemarziale.org |