IL
LINGUAGGIO DEL CORPO |
di |
Michele Zannolfi |
Maestro
dell'Arte della Spada |

[...] Non recependo chiari segnali il
nostro cervello elabora una serie d'ipotesi in base
all'esperienza[...] |
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Osservando
una persona, a molti di voi sarà capitato d’indovinare, con
anticipo, i suoi movimenti. Sapevate con precisione assoluta
che, in breve, si sarebbe alzata, avrebbe parlato, oppure
tossito. Non siete divenuti veggenti né possedete particolari
doti; più semplicemente il suo corpo vi ha comunicato l’azione
prima ancora che questa fosse eseguita.
Vi sono
molteplici forme d'interpretare il
“
linguaggio
del corpo”.
Tra le più esercitate, vi sono quelle riferite alla:
Gestualità codificata
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(disponibilità, accettazione, chiusura, sottomissione,
eccetera); |
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Fisognomica |
(disciplina che individua i caratteri psicologici e morali
di ogni persona dai suoi lineamenti); |
►►
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Prossemica |
(la distanza osservabile tra due persone che si rapportano
l’una all’altra); |
►►
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Semiotica |
(studio generale dei «sistemi di segni»). |
►►
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Tutte hanno come finalità l'acquisizione di un "vantaggio".
Tra gli scopi più comuni vi sono: la
seduzione e il potere. I
più riescono a
controllare il linguaggio verbale ma, senza addestramento,
stentano a dominare la propria gestualità, postura ed
espressione. Più agiranno con istintività, più saranno
costretti a rivelarsi.
Desideriamo decifrare, ma la mente viene ingannata dai
segnali che abbiamo imparato a codificare. Non recependo
chiari segnali il nostro cervello elabora una serie
d'ipotesi in base alla leggenda personale.
L'obiettivo comune
di queste forme d'interpretazione
è comprendere, senza l'utilizzo del linguaggio verbale,
l'essenza dell'interlocutore. Le verità che si celano
dietro, oltre, le parole. L'anima.
BREVE
ANALISI DEGLI IMPULSI |
Amministrare le sezioni principali del
sistema nervoso |
Ebbene questo elaborato prenderà in
considerazione un'altra forma di lettura
corporea che non trae alcun riferimento da
quanto sopra è stato indicato. Tratteremo il
linguaggio del corpo secondo un ottica meramente
marziale.
Il «Buon Guerriero» sa
che il movimento volontario della testa, degli arti e del
corpo è prodotto da impulsi nervosi, generati nella zona
motoria della corteccia cerebrale e trasportati dai nervi
cranici o dai nervi che raggiungono i muscoli scheletrici
emergendo dal midollo spinale. Questi impulsi nervosi
comprendono sia l'eccitazione delle cellule nervose che
stimolano i muscoli interessati, sia l'inibizione delle
cellule che stimolano i muscoli dotati d’azione antagonista
ai primi. |
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Un impulso nervoso consiste in una variazione del
potenziale elettrico, che avviene sulla membrana delle
cellule o delle fibre nervose. Ciò, in seguito ad un severo
addestramento e alla pratica, è intelligibile.
Alcuni movimenti involontari rappresentano la risposta
diretta ad uno stimolo nervoso. Riferimenti precisi per il
marzialista sono: innervazioni,
reflussi,
miosi e
midriasi.
Queste reazioni involontarie sono chiamate
riflessi. In un buon
trattato di fisiologia il “riflesso”
è la risposta involontaria ad uno stimolo da parte di un
organismo animale. Nella sua forma più semplice, la
stimolazione di un nervo sensoriale (afferente) da parte di
un organo di senso o di un recettore è seguita dalla
trasmissione dello stimolo, generalmente attraverso un
centro nervoso, ad un nervo motorio (efferente) che dà luogo
al riflesso in un effettore, ad esempio un muscolo che si
contrae o una ghiandola che secerne i suoi prodotti.
Il «Buon Guerriero»
ha acquisito come
interpretare i
leggeri movimenti corporei oppure come
nasconderli. Egli, sia abbia doti
schermistiche d’attendista sia d’incontrista, ha
imparato che in maggior misura il movimento corporeo
sarà fatto, quindi recepito, più ampio sarà l’arco
temporale disponibile per la reazione. Un buon atleta
eseguirà solo più velocemente l’azione poiché i suoi
riflessi sono pronti, ma in ogni caso non potrà fare a
meno di trasmetterlo attraverso il
“corpo”. Per compiere
un’azione d’attacco deve inevitabilmente assestare il
corpo. Imparare a
“leggere”
questi dati permette d’anticipare, di qualche millesimo
di secondo, l’avversario al fine d’averne vantaggio
sull’azione che eseguirà o che attuerete.
La maggior parte delle azioni riflesse è generalmente
più complessa, dal momento che lo stimolo deve passare
attraverso uno o più neuroni intermedi, che lo
modificano e lo orientano, a volte coinvolgendo
l'attività muscolare dell'intero organismo. Ad esempio,
una sensazione di dolore a livello della mano provoca il
riflesso immediato d’allontanamento della mano
dall'oggetto che causa dolore; questo riflesso è dovuto
alla contrazione dei muscoli flessori della
articolazione e il rilassamento di quelli estensori;
tuttavia, se lo stimolo è particolarmente potente, i
neuroni di coordinazione lo trasmettono anche ai muscoli
del braccio e a quelli del tronco e delle gambe: il
risultato è un salto che provoca l'allontanamento dallo
stimolo doloroso non solo del braccio, ma di tutta la
persona.

[...]
Lotta o Danza? La mente viene ingannata dai segnali che
abbiamo imparato a codificare [...] |
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Occorre tenere presente che questo tipo di
“ lettura del corpo”
è problematica quando anziché affrontare un marzialista
ci si trova davanti a combattenti non disciplinati. Con
essi (a titolo d’esempio: Falena, Leone, Rinoceronte)
occorrerà agire come consigliatovi nell’elaborato “L’ebbrezza
dei pazzi”.
Inoltre è bene sapere che è possibile, per il
«Buon Guerriero»,
amministrare le due sezioni principali del sistema
nervoso: sistema nervoso
somatico (permette il controllo volontario
della muscolatura dello scheletro);
sistema nervoso autonomo, involontario
(preposto al controllo dei muscoli cardiaci, della
muscolatura liscia e delle ghiandole).
Il sistema nervoso autonomo comprende, a sua volta, due
sezioni: il sistema nervoso simpatico e quello
parasimpatico. Molti muscoli (non tutti) e le ghiandole
che distribuiscono gli impulsi nervosi ai principali
organi interni possiedono una doppia innervazione; in
tal caso, le due sezioni del sistema autonomo possono
esercitare effetti opposti. Ad esempio, controllando il
sistema simpatico si può accelerare il battito cardiaco,
mentre attraverso quello parasimpatico di rallentarlo
(comunemente detto: controllo bradicardico).
Tuttavia, non sempre le contrazioni muscolari producono
movimento. Solitamente la maggior parte dei muscoli
tiene una piccola percentuale delle fibre in uno stato
di contrazione continua, detto tono muscolare,
necessario a mantenere la postura di un arto,
permettendogli di resistere all'allungamento passivo o
alla distensione.
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LA
TECNICA HASAKIDO JITSU |
Presentire il pensiero
dell’avversario |
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[...]
Questa dote richiede, durante il combattimento, un
raccoglimento totale e può essere raggiunta solo da
alcuni Allievi, che definisco «Discepoli» . [...] |
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La
“ lettura del corpo”...
A questo solo fine, molte accortezze sono state
elaborate nell’Arte del Kenjitsu
Hasakido Shu Ha Ri. Questa consapevolezza è tra i
“fondamentali” della
disciplina, e verosimilmente lo è in tutte le Arti marziali.
Il «Buon Guerriero»
sa che la preparazione al movimento è tradotta dalla
mente in impulsi fisici, e che questi a stento si
riescono a nascondere ad un osservatore concentrato.
Nella nostra disciplina esiste una norma di
combattimento molto simile a quelle che nello
Iaidô è definita «Saya
no Uchi», la cui
traslitterazione è:
controllare l’avversario senza
sfoderare la spada; oppure alla tecnica definita «Sen
Sen No Sen» cioè:
anticipare
le intenzioni. Quest'ultima terminologia
indica «l’attimo privo di tempo».
Entrambe abbracciano il principio dello «Hasakido
Jitsu» praticato nel K.H.S. descritto
nell'elaborato «Linguaggio del corpo».
Semplificando di molto il concetto, nel
Kenjitsu Hasakido Shu Ha Ri,
questo tipo d’addestramento consiste nel
presentire il pensiero
dell’avversario facendo in modo che egli non possa
portare a compimento l’azione. Questa tecnica è definita
«Hasakido Jitsu». Vista da occhi inesperti, questa
norma appare come
"totale immobilità".
Sarebbe corretto dire che, sia
per gli attori del duello sia per l'osservatore, la
percezione temporale è mutata.
Anche se per il lettore ciò può sembrare oscuro, occorre
essere consapevoli del suo potere.
Lo spettatore, con
verosimiglianza, ha
potuto assistere ad uno tra i combattimenti più veloci
che gli sia dato di vedere.
Questa esperienza, come molte delle quali che vedono
implicati i misteri della mente
possono essere vissute da chiunque... La difficoltà non
consiste nel viverle ma poterle
ricreare volontariamente. Questo dono richiede, durante il combattimento, un
raccoglimento totale e può essere conservato solo da
alcuni Allievi, che definisco
«Discepoli».
Particolarmente durante questo tipo d’addestramento
finalizzato all'acquisizione, è mia opinione che non,
ripeto
non, si debbano mai
eseguire esercizi di:
pulled muscle prevention (esercizi di
riscaldamento finalizzati a prevenire strappi muscolari;
stretching (esercizi di distensione delle
membra). Il
«Buon Guerriero»
è al corrente che il Kenjitsu
Hasakido si basa sulla regola “Chein
One Go”.
Si faccia attenzione a non snaturare quanto scritto,
cercando di comprendere la Tecnica
«Hasakido Jitsu»
durante un allenamento in Sala d'Armi. Essa può
essere applicata, nella sua interezza, solo nel
combattimento reale.
Provarci sarebbe come cercare di capire dalla gestualità,
dal timbro della voce,
l'essenza di una persona impegnata in un ruolo teatrale.
Ognuno vede quel che tu
pari
|
pochi sentono quel che tu
sei |
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N. Macchiavelli
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Testo
tratto liberamente
|
dall'elaborato didattico FISMM |
ERUDIAR
ET ERUDIETUR |
di |
di
Michele Zannolfi |
Maestro
dell'Arte della Spada |
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