Page 49 - TESI DI RICCARDO ZANNOLFI
P. 49
2.2.3 Sistema penale nella società illuminista.
Gli illuministi italiani, come gli altri illuministi in Europa, si scagliarono,
prevalentemente, contro la tirannia dei giudici, i quali appoggiandosi al carattere
casistico e flessibile del diritto comune, rendevano il diritto un sapere ermetico, dai
risultati imprevedibili e incontrollabili dai cittadini.
Non per caso i pensatori della seconda metà del secolo XVIII, Ludovico Antonio
Muratori, Pietro Verri, Cesare Beccaria e Gaetano Filangieri, si rivolgevano
innanzitutto contro il governo arbitrario, espressione in cui erano comprese tanto
l'autocrazia del sovrano quanto l'arbitrarietà dei tribunali.
L'Italia del Settecento, dal punto di vista politico pagava lo scotto della stagnazione
seicentesca che fu totale; dal punto di vista culturale, il Seicento non significò, però,
sempre una crisi completa. Per il diritto chiaramente il contesto politico istituzionale
pesava in senso negativo, tendendo a consolidare gli equilibri esistenti.
Nell'ultimo scorcio del Seicento e nei primi decenni del Settecento la cultura italiana
e quella giuridica trassero alimento dai nuovi fermenti culturali e scientifici
dell'Europa.
La fiducia nella ragione si combina con l’individualismo, la tesi etico-politica che
attribuisce un valore positivo all’individuo umano, attribuendogli cospicui diritti
verso la società e lo stato, nonché, su un piano di uguaglianza, verso gli altri
individui.
Un’altra componente innovativa dell’illuminismo politico-giuridico è l’utilitarismo: si
tratta della tesi secondo la quale è moralmente buono solo ciò che promuove l’utilità
generale, calcolata in vari modi.
Tra i principali interpreti di questa epoca troviamo Ludovico Antonio Muratori
(1672 - 1750), autore della grande raccolta delle cronache italiane del Medioevo
(Rerum italicarum scriptores) e di trattazioni storiche, erudite e acute. Dal punto di vista
del pensiero giuridico una sua opera che fu molto utilizzata nei dibattiti successivi,
49