Page 54 - TESI DI RICCARDO ZANNOLFI
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L'unificazione, quindi, oltre ad avere una sua utilità socio-economica, doveva avere
                  anche  una  sua  valenza  simbolica.  Proprio  per  questo  furono  fortemente  respinte

                  quelle  correnti  di  stampo  municipalista  tese  a  mantenere  le  legislazioni  locali  nei

                  territori dei vecchi Stati pre-unitari, così come quelle tesi contrarie alla codificazione

                  del diritto civile (Savigny e Antonino Salvotti).


                  Fu raggiunto l’obiettivo di unificare tutta la legislazione penale.



                  Punti qualificanti del Codice Zanardelli si sono individuati nella soppressione della
                  pena di morte, sostituita con l’ergastolo; alla preesistente tripartizione comprensiva

                  anche dei crimini, intesi come violazioni più gravi, si sostituì una bipartizione che

                  abbracciava  solo  i  delitti  e  le  contravvenzioni,  lasciando  peraltro  fuori  i  reati

                  commessi a mezzo stampa, in omaggio all’ideologia liberale nettamente contraria a
                  configurare reati d’opinione. Alla stessa ideologia, peraltro, si ispira il sistema delle

                  pene previste in limiti minimi e massimi, al fine di consentire al giudice un certo

                  margine  di  discrezionalità  nella  determinazione  della  pena,  destinata  non  più  a
                  sanzionare in via retributiva il fatto commesso ma a consentire la rieducazione del

                  condannato.

                  Il Codice si pose in stretta continuità rispetto ai codici sardo del 1859 e napoleonico

                  in  merito  al  sistema  di  valori  ritenuti  meritevoli  di  tutela  penale.  Si  può,  altresì

                  rilevare un analogo rigore sanzionatorio, per l’ispirazione liberale del codice, a tutela
                  dell’individuo contro ogni limitazione di libertà.



                  Critiche al Codice Zanardelli sono state mosse per la particolare severità dei reati
                  contro l’indipendenza e la sovranità dello Stato, rigore peraltro giustificato nell’Italia

                  uscita  dal  Risorgimento,  ancora  preoccupata  di  potenziali  minacce  contro  la  sua

                  unità e indipendenza appena conquistate.

                  Risulta costituito da 498 articoli, distribuiti in tre libri dedicati rispettivamente ai reati
                  e alle pene in generale; ai delitti in specie; alle contravvenzioni in specie.








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