Page 55 - TESI DI RICCARDO ZANNOLFI
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Tra le numerose leggi complementari al Codice Zanardelli possono ricordarsi la L.
14 luglio 1889 sulla riforma penitenziaria e la L. 26 dicembre 1920 sulle
contravvenzioni per porto d’armi.
2.2.5 Codice Rocco: il Codice Penale italiano.
Il codice penale attualmente in vigore in Italia è noto come codice Rocco, dal nome
dal Ministro della Giustizia che ne curò l’emanazione nel 1930, Alfredo Rocco,
sostenuto dall’allora Presidente del Consiglio Benito Mussolini. Risalente all’epoca
fascista, risente nel suo impianto originario dell’istanza repressiva e dell’involuzione
autoritaria che caratterizzava lo Stato dell’epoca.
Molte sono state le proposte e i progetti presentati volti all’aggiornamento ed
ammodernamento del Codice, ma tutto è proseguito inalterato. Oggi, ci troviamo di
fronte ad una versione del codice del 1930 molto rielaborata dagli intervertenti del
legislatore e della Corte Costituzionale.
Accanto alla pena del Codice Rocco, si prevede inoltre l’istituto della misura di
sicurezza.
Si segnala però che il legislatore Rocco aveva già previsto istituti come la
sospensione condizionale, la liberazione condizionale ed il perdono giudiziale per i
minorenni.
Il principio di legalità e la ricerca della prevenzione del crimine ne sono i punti
cardine; il modello sanzionatorio ha come obiettivo principe la prevenzione
generale.
Il peso dell'ideologia fascista gravò sul Codice penale, tramutato in normativa di
difesa della società, del diritto e dello Stato. Il concetto di “bene giuridico” divenne
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