Page 56 - TESI DI RICCARDO ZANNOLFI
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meritevole di tutela penale. Nella tradizione liberale classica il bene giuridico tutelato
                  era il complesso dei diritti della persona.

                  L'indirizzo tecnico-giuridico avallato da Vincenzo Manzini, riuscì ad evitare che nel

                  Codice entrassero le tesi totalitarie fasciste del penalista Giuseppe Maggiore. Riuscì,

                  inoltre,  a  salvaguardare  il  principio  di  stretta  legalità  e  di  materialità  del  reato,  in
                  modo  da  impedire  la  cosiddetta  deriva  soggettivistica,  che  avrebbe  portato  a

                  penalizzare, anziché le azioni soggettive, i soggetti, diagnosticati sulla base dell'intima

                  fedeltà al regime.


                  Nel  Codice  Rocco  venne,  altresì,  mantenuta  l'assoluta  irretroattività  della  legge

                  penale,  quasi  a  voler  confermare  l'immagine  di  uno  stato  legale  fondato  sulla

                  certezza giuridica.

                  L'ideologia  fascista  lasciò  comunque  tracce  precise  nel  codice  penale  con  la
                  reintroduzione  della  pena  di  morte,  la  previsione  di  una  serie  sterminata  di  reati

                  d'opinione e pene severissime per i reati contro la persona.

                  Contemporanea  fu  l'approvazione  del  Codice  di  Procedura  Penale  di  stampo
                  inquisitorio,  molto  più  vicino  all'ideologia  giuridica  fascista,  e  del  Regolamento

                  carcerario.



                  Il  Codice  Penale è  organizzato in tre  libri,  a  loro  volta suddivisi in titoli,  sezioni,

                  capi, paragrafi e articoli:
                        Libro I (Dei reati in generale);

                        Libro II (Dei delitti in particolare);

                        Libro III (Delle contravvenzioni in particolare).















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